giovedì 8 maggio 2014

Sei

Ventidue giorni.
Si era trovata anche un nomignolo, Betty, per sancire l'esistenza della sua doppia vita.
Ventidue giorni di follia, in cui ogni scusa era stata buona per ricavare il tempo di un amplesso.
A volte una sveltina nello scantinato, altre una solenne pomiciata in ascensore. Ma per la maggior parte in casa sua, di Lara, ad esplorare ogni spazio possibile su cui appoggiarsi e fare sesso.

Poi capita che in un pomeriggio pieno di voglia e senza possibilità di ospitare nessuno da lei.
I "suoi" ragazzi l'aspettano, come sempre, dove sempre.
– Oggi ho voglia di farlo in macchina, – richiede lei – chi mi porta da qualche parte ben imboscata?
Quelli complottano un po tra loro, poi esce la proposta dello stalker.
– C'è un furgoncino della ditta di mio fratello. Vieni con me, Betty.
– Si, andiamo che non ho tanto tempo.
– A che ora devi rientrare? – fa lui, mentre si incamminano.
– Fra meno di due ore.

Il mezzo di fortuna si ferma in cima ad una collinetta appena fuori città.
– Dove siamo qui?
– Non credo importi.
Con una certa veemenza, il tizio butta giù i sedili e lancia Lara sul retro. È un assalto.
La mette alla pecorina dopo averla privata della minigonna e delle mutandine, lasciandola con le sole autoreggenti. Quindi solleva il top blu da palestra facendo fuoriuscire quei generosi seni.
E dopo averla massaggiata con vigore sul ventre, vista la raggiunta eccitazione di lei, allarga con i pollici le pareti della fessura ed entra, tutto. Senza esitazioni.
Per una buona mezzora la batte con tutte le forze, non concedendole neanche un cambio di posizione.
La sua furia di ragazzo arrapato, di fronte a quell'offerta di sesso così clamorosa, non si arresta se non dopo tre orgasmi consecutivi.
Lara, con il volto contrito deposto su quel salottino rimediato, si gode una vigoria che forse le era sempre mancata, che non aveva mai avuto dai pochi uomini con cui era stata prima di questa torrida stagione di passione.

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