Sentirsi di nuovo come quella sedicenne che diventò donna, parecchi anni addietro.
Essere lì, in balìa di una spinta inarrestabile che ad un ritmo forsennato la squassa, facendola godere come mai aveva pensato di poter fare.
E subire quel torbido tormento con la rassegnazione di chi sa che l'unica scappatoia rimasta è lasciarsi andare, assecondando prima di tutto la propria natura.
Per il secondo, devastante attacco, l'architetto spinge la sua Betty su un divanetto, nello studio.
La piega in avanti, quasi schiacciandole il viso sullo schienale.
Non è neanche uscito da lei. E appena riposizionato, ricomincia a spingere, da in piedi e con tutta la forza.
– Aaah!!!
– Ti schianto, troietta!
– È vero! Mi sento tanto troia! Aaaah! Aaaaah!!!
– Perché ti piace prenderlo dietro?
– Perché mi piace da morire il cazzo... non sapevo di essere così!
– Allora tieni qua!
E come una furia si getta su di lei, stringendola saldamente per i fianchi.
La chioma rossa di Lara si impregna mano a mano di sudore, come tutta la pelle, tale è l'impegno fisico imposto dal suo focoso amante.
– Oddio, come godooo!
– È ora che mi prenda pure la tua fica...
– Oh, si! Prenditi tutto!
Così Ascanio estrae l'arnese da un buco e lo infila rapidamente nell'altro, fino in fondo.
E torna a stantuffare.
Il corpo di Lara rimbalza, in un vero delirio di piacere.
– Aaaah! Aaaaah! Aaaaah!!!
– Ti sfondo tutta!
– Aaaaaaaaa!!!
– Ti spacco, troia!!!
Non si ferma più.
E lei, come impazzita, si abbandona completamente.
Per diverse volte viene ripassata da un foro all'altro, senza sosta.
– Ti voglio venire nel culo!
– Si, riempimi!
– Vuoi lo schizzo, eh?
– Lo vogliooo! Lo vogliooo!!!
Ancora riversa su quel divano, ansimante per la fatica, Lara alza la testa e si rivolge verso l'amante.
– L'ho aspettato per troppi anni il tuo bel cazzone... Ne voglio ancora...
– Ancora per quanto?
– Fino a quando hai fiato...
– Stavolta però fai tutto tu. Io non muovo un dito.
– Va bene.
– Forse sei troppo troia anche per me.
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