È passato quasi un mese.
I quattro nullafacenti che stanno sempre sotto il portico hanno preso l'abitudine di fissarla, ridendo e sghignazzando tra loro. Ogni volta che rientra a casa, poco prima del portone, quei bisbigli, quelle occhiate.
Per settimane, dunque, quell'improvvisa attenzione molesta l'aveva accompagnata, senza che lei facesse nulla. Neanche un fiato, la benché minima reazione.
Fino a quel giorno.
Con la spesa in mano, Lara tira dritto verso l'ingresso della sua scala.
– Ehi, carina!
È uno dei ceffi. Per la prima volta quei ghigni diventano voce.
– Ma me lo fai un sorriso?
Gli altri ridono forte, mentre quello cerca di richiamare la sua attenzione.
Lei si sforza di far finta di non aver sentito ed entra, come al solito.
Di nuovo, il giorno seguente:
– Sei proprio carina, lo sai?
E giù risate, gli altri. Ride anche lui, mentre le parla.
– Oggi me lo fai un sorriso?
Lara è seccata. Quella storia rischia di diventare un rito antipatico.
Un conto è finché si guarda, un altro è andare oltre. Non vuole che la cosa prenda una piega pericolosa.
Così il giorno ancora seguente, attesa all'imposto come al solito, è decisa a farla finita.
– Ciao bellissima!
– È ora che la smetti. Anzi, che la smettiate tutti!
– Ti danno fastidio i complimenti?
– E a te hanno insegnato come si fanno i complimenti?
– Hai capito la tipa? – fa, ridendo, un altro del gruppetto.
– E certo che l'ho capito, per questo mi attizza così tanto! Ah, ah, ah!
– Ma come ti permetti? – replica lei.
– Se fossi stato timido, tu ora non staresti parlando con me.
– Io non ti sto parlando, ti sto dicendo di lasciarmi in pace!
– E quindi niente sesso selvaggio?
Lara rimane per un istante immobile, spiazzata da quella frase dello sfacciato. Poi di corsa si allontana e chiude il portone dietro di sé alla svelta, infuriata, mentre quelli si sganasciano dalle risate.
Dentro casa le sale la rabbia. Non ha saputo tenere testa a quell'affronto.
Per il resto della giornata rimane imbambolata e nervosa. Anche la bimba se ne accorge. E il marito, la sera.
– Lasciamo in pace la mamma stasera, Diana. Dille buonanotte e ci vediamo domani.
Ma quel silenzio comprensivo in realtà fa peggio.
Nelle pieghe dei pensieri, senza peraltro far trapelare nulla, Lara è attraversata da una sensazione che non riesce a spiegarsi.
È turbata, in un modo che non le era mai capitato fino a quel momento, mai. Turbata, scossa. Ed euforica. Incredibilmente.
Quell'attenzione non voluta, meschina e volgare, l'ha colpita.
Un'euforia che mano a mano si fa largo.
E le cambia la vita.

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