La mente ha una sua logica, nel disporre le persone alle azioni.
Quella di Lara le dice di mettersi in tiro di brutto, stavolta.
La mattina esce di casa in preda a una specie di felicità, che le fa vedere di colpo tutto a colori, dopo che per mesi era stato tutto un po' grigio e sbiadito.
Scende dalla macchina e coi suoi tacchi più alti, a passo deciso, si incammina verso il portone, come al solito.
E dove ormai sa, ci sono loro.
mercoledì 30 aprile 2014
Due
È passato quasi un mese.
I quattro nullafacenti che stanno sempre sotto il portico hanno preso l'abitudine di fissarla, ridendo e sghignazzando tra loro. Ogni volta che rientra a casa, poco prima del portone, quei bisbigli, quelle occhiate.
Per settimane, dunque, quell'improvvisa attenzione molesta l'aveva accompagnata, senza che lei facesse nulla. Neanche un fiato, la benché minima reazione.
Fino a quel giorno.
I quattro nullafacenti che stanno sempre sotto il portico hanno preso l'abitudine di fissarla, ridendo e sghignazzando tra loro. Ogni volta che rientra a casa, poco prima del portone, quei bisbigli, quelle occhiate.
Per settimane, dunque, quell'improvvisa attenzione molesta l'aveva accompagnata, senza che lei facesse nulla. Neanche un fiato, la benché minima reazione.
Fino a quel giorno.
Uno
La cosa che non le è mai andata giù di dove erano andati a vivere è la dimensione spropositata del comprensorio. Non una normale palazzina, e nemmeno un palazzone.
Una costruzione gigantesca, di quelle in stile anni '70, teorizzate da esimi architetti per ospitare quasi intere comunità. Col risultato che non si riesce mai ad andare oltre la conoscenza del vicino di casa, sempre fin quando quello non decide di trasferirsi e si ricomincia da capo.
Una costruzione gigantesca, di quelle in stile anni '70, teorizzate da esimi architetti per ospitare quasi intere comunità. Col risultato che non si riesce mai ad andare oltre la conoscenza del vicino di casa, sempre fin quando quello non decide di trasferirsi e si ricomincia da capo.
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